I pensieri di Marina

Marina Rezzonico

Caro Gino, di ritorno da un viaggio, mi ritrovo tra gli altalenanti, drammatici umori di un mondo tutto improntato su quelli giornalieri di Trump.
In 13 giorni nulla è cambiato. Si prosegue lungo la strada del caos.
Una cosa, mi è sembrata, al mio ritorno, esasperata: quella dei toni all’interno della Sinistra (? – quanto mi dispiace porre questo punto di domanda) italiana.
La manifestazione indetta da Michele Serra, di cui so poco circa le modalità della convocazione, deve aver scatenato gli antichi, mai sopiti rancori che dividono il nostro (Od ognuno che si posiziona pensa che sia solo suo?) schieramento.
Con grande sgomento vedo che ancora una volta non si aprono né un dibattito, né l’infinita serie di domande che tempi come i nostri ci imporrebbero, ma le porte del tribunale dell’inquisizione. Volano le accuse: guerrafondai, servi, ignavi, mentre in atto c’è una strage ( soldati, vecchi, donne, bambini).
La tentazione del tribunale… che voglia di passare subito al giudizio, senza nemmeno tentare un’istruttoria! Naturalmente, la posizione che immediatamente si occupa in questo scenario è quella di chi sta sugli scranni più alti, in piena sintonia con i più alti ideali professati.
C’è questo di inquietante, in gran parte di chi vuole la pace: di farne un feticcio, un precetto più che morale, religioso.

Come arrivare alla pace, che credo sia un un valore assoluto e che accomuna tutti noi (?), che cosa significa pace?

Il dilemma che dobbiamo affrontare è davvero straziante: da una parte fermare il quotidiano moltiplicarsi dei morti, dall’altra la salvaguardia del principio di sovranità nazionale e di libertà, senza i quali non possono che esserci nuove premesse per nuove guerre (magari anche civili).
Ci sono ricette, per risolvere questo dilemma? Si può scegliere una cosa senza scegliere l’altra?

Abbiamo un passato che ogni volta celebriamo: é fondativo per il nostro paese, ma, direi, fondativo anche per quello che siamo come persone.
Il 25 aprile è alle porte.
Come affrontarono il dilemma tra morte e libertà i partigiani? Tutti i partigiani che pure, al loro interno seguivano itinerari ideologici e formativi non identici…come lo affrontarono?

Ciao Gino.
Diventa persino impegnativo, di questi tempi, il solito augurio di una buona giornata.

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